Ritengo, pertanto, che la Minoranza consiliare, oltre a prendere atto della situazione concreta in cui viviamo, collabori con questa Amministrazione ad ascoltare i bisogni e le istanze di tutti, le traduca in richieste dirette, in azioni concrete piuttosto che in interrogazioni formali.

 

Ho preso visione dell’ interrogazione in oggetto e, al riguardo, Le riferisco quanto segue:

Gli articoli dal n° 8 a al n° 11 del decreto legislativo n. 267 del 2000 e s.m.i., recante il Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali (TUEL), disciplinano gli istituti della partecipazione popolare alla vita amministrativa del Comune, nel rispetto ed in attuazione dei principi della partecipazione e della trasparenza, come regolati dalla legge n. 241 del 1990 e s.m.i. In particolare, gli strumenti di partecipazione sono qui divisi in due categorie: quelli "obbligatori" ex legge, previsti dal TUEL come necessari, e quelli " facoltativi", la cui istituzione ed attuazione è rimessa dal TUEL all’autonomia statutaria del Comune.

Alla prima categoria appartengono: le forme associative dei cittadini; la partecipazione degli interessati al procedimento amministrativo; le istanze, le petizioni e le proposte dei cittadini; la partecipazione alla vita pubblica degli stranieri; l’azione popolare; il diritto di accesso agli atti.

Alla seconda categoria appartengono: il referendum e la figura del difensore civico.

L’art. 8, comma I, del TUEL, proprio nell’intento di dare il massimo impulso possibile alle forme di partecipazione dei cittadini all’amministrazione locale, stabilisce che i Comuni, attraverso lo statuto, valorizzino le libere forme associative e promuovano organismi di partecipazione all’amministrazione locale, anche su base di quartiere o di frazione. Si tratta di una norma non soltanto programmatica, ma anche direttamente precettiva: nell’ambito del proprio territorio, i Comuni debbono svolgere la funzione di promozione delle forme associative dei cittadini, di carattere non solo sociale, ma anche economico, oltre che politico. Tali forme associative possono e debbono essere un momento di consultazione e verifica dei bisogni della cittadinanza.

Da qui nasce la possibilità di creare organismi di partecipazione all’amministrazione, anche su base di quartiere o frazione, quali comitati o consulte, che possano esprimere pareri, ad esempio riguardanti proposte di deliberazioni in grado di incidere su quella parte del territorio comunale da essi rappresentata. La disciplina di detti organismi e le modalità delle consultazioni devono poi essere stabilite dallo statuto.

L’art. 8, comma II, del TUEL assegna sempre allo statuto il compito di determinare forme di partecipazione degli interessati ai procedimenti amministrativi, relativi all’adozione di atti che possano determinare effetti sulle loro situazioni giuridiche soggettive. La L.241/1990 ha regolato le forme di partecipazione ai procedimenti amministrativi, in termini generali e per tutte le pubbliche amministrazioni.

Inoltre, le disposizioni, in tema di partecipazione, contenute nella legge n. 241 del 1990 e s.m.i., si applicano immediatamente ai procedimenti amministrativi non soggetti ad una disciplina speciale (espropriazioni, appalti, concorsi, ecc.), per cui non è necessaria la previsione statutaria. L’art. 8, comma III, del TUEL individua un contenuto obbligatorio dello statuto, che deve prevedere:

  1. forme di consultazione della popolazione;
  2. procedure per l’ammissione di istanze, petizioni e proposte, da parte dei cittadini singoli e associati.

L’interessante materia della partecipazione alla vita amministrativa della comunità è stata affrontata, come Lei sottolinea, con particolare attenzione nel redigere il vigente Statuto comunale e soprattutto nel darvi applicazione.

Al di là e oltre il doveroso rispetto normativo, questa Amministrazione ha aderito ad ogni richiesta di ascolto di cittadini singoli e associati; ha valutato ogni proposta di parte privata, formulando risposte verbali o scritte in tempi brevi e promuove le forme associazionistiche non solo sulla carta, ma con concrete iniziative e contribuzioni.

Non c’è chi non veda che le norme quali quelle contenute nel TUEL o nella legge 241/90 siano state prodotte per salvaguardare i cittadini di realtà comunali più vaste, dove possa apparire difficile comprendere quali siano gli uffici preposti ai vari adempimenti o dove il Sindaco e gli assessori vengano percepiti come "lontani dalla gente", o portatori di interessi diversi.

La nostra comunità, in cui è particolarmente forte il senso di appartenenza, riconosce invece negli Uffici comunali un luogo amico e sicuro, dove lavorano persone a cui è facile richiedere quanto necessita; conosce i propri amministratori direttamente o indirettamente, e ci si rivolge con fiducia.

Prevale, in questo Ente, il principio di democrazia diretta rispetto a quello di democrazia partecipata, perché ogni scelta di vasta portata, è il risultato di capillari sondaggi delle opinioni degli interessati, anche se non svolti in modo formale o referendario, per maggiore semplicità ed economicità.

Ritengo, pertanto, che la Minoranza consiliare, oltre a prendere atto della situazione concreta in cui viviamo, collabori con questa Amministrazione ad ascoltare i bisogni e le istanze di tutti, le traduca in richieste dirette, in azioni concrete piuttosto che in interrogazioni formali.

 

La nostra interrogazione: 15 dicembre 2015: Interrogazione su attuazione di politiche di partecipazione


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